LA VERITÀ CHE SI NASCONDE DIETRO LE APPARENZE DI UNA "INNOCUA" FESTA PER I RAGAZZI
LE RADICI PAGANE ED ESOTERICHE DEL FENOMENO HALLOWEEN
Streghe, scheletri, vampiri, zombies, piuttosto che pipistrelli, gatti neri, ragnatele e zucche intagliate: è tutta questa cianfrusaglia che occupa le vetrine e gli scaffali di negozi e supermercati, già da fine settembre, casomai ci dimenticassimo che Halloween, la “festa delle zucche”, sta per arrivare. Ma non solo: anche le finestre di asili, scuole elementari e medie ora vengono decorate con questi simboli macabri e inquietanti. Sì, perché il compleanno di Gesù Bambino a Natale non lo possiamo più festeggiare e il Crocefisso e il Presepe non hanno più diritto d’asilo nelle aule delle nostre scuole, perché ci richiamano all’Amore di un Dio che non vogliamo più come Padre e perché offenderemmo la sensibilità di chi in Lui non ci crede. Ma, alla fine, ci sentiamo piccoli e soli e tutto non riusciamo a controllare: allora cerchiamo di esorcizzare la paura, proprio andando a cercare la compagnia (forse più rassicurante?) di chi quel Dio - così umile da farsi Bimbo nel seno di una Donna - l’ha rifiutato da subito, addirittura dedicando a Satana una “festa di compleanno”. Andiamo a scoprire perché.
Halloween è una festa che non appartiene alle nostre tradizioni, ma che affonda le sue radici nella religione pagana dei Celti, che abitavano le isole britanniche. I Celti celebravano il passaggio dall’estate all’inverno nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, che era la notte di Samhain, il dio delle tenebre. In questa notte, essi credevano che le anime dei defunti potessero vagare liberamente sulla terra e partecipare ai banchetti e ai riti orgiastici che le comunità organizzavano in quell’occasione. I druidi, i sacerdoti del tempo, recavano con sé delle candele, fatte col grasso degli animali sacrificati, poste all’interno di rape intagliate - solo quando questa tradizione verrà portata in America, alle rape verranno sostituite le zucche - e passavano di casa in casa, chiedendo offerte per propiziarsi gli spiriti maligni, pegno la maledizione per chi non partecipava a quei riti. È da qui che deriva il motto, per molto innocente e simpatico, “trick or treat” (“dolcetto scherzetto”), che tanto ingenuo e divertente però non è.
Halloween, infatti, sotto la forma del gioco e del divertimento, abitua i bambini e i giovani al “buio” sia fisico che morale, perché fa diventare per loro normale una “cultura di morte”, attraverso il contatto con l’occulto, lo spiritismo, la stregoneria, quando non il satanismo. Non dimentichiamoci, infatti, che Halloween è anche il Capodanno dei satanisti, perché è considerato, come dicevo sopra, il compleanno di Satana - perché, allora, il Natale non lo possiamo festeggiare, ma Halloween sì? -, e quindi il momento più propizio per fare nuovi adepti. E mentre i nostri bambini e ragazzi vanno in giro a dire ingenuamente (?) “dolcetto scherzetto”, loro, gli adoratori del male, compiono riti sacrileghi e disumani, sacrificando non solo animali, ma anche esseri umani, se non neonati fatti nascere in coincidenza con questa data. Inoltre, profanano cimiteri, compiono messe nere, nascondono droghe e veleno nei dolci e nella frutta che regalano ai bambini. Certamente, dirà qualcuno, non bisogna generalizzare e vedere il male dappertutto. Ma neanche essere troppo ingenui da credere che Halloween sia solo un altro “carnevale” e che non ci sia davvero “niente di male”!
Siamo ancora così innocenti da non vedere il male abilmente nascosto dietro questa “carnevalata”? Sì, perché Halloween è proprio l’opposto della festa e del divertimento che, chi lo organizza, dice di voler offrire ai giovani. Li vogliono far divertire i giovani, sì, ma abituandoli a trattare con le figure dei mostri, delle anime inquiete e terrificanti; con la magia, che nulla mai possono avere a che fare con la visione dell’uomo libero, così come l’ha voluto Dio, e con il Suo Amore. Ecco perché chi si dice cristiano deve aiutare i ragazzi a recuperare una cultura della vita, come chiamata all’Amore e alla santità. Siamo cristiani che credono nella Risurrezione di Gesù e quindi anche nella nostra risurrezione. Il 1° novembre noi celebriamo la Solennità di tutti i Santi e il 2 novembre ricordiamo tutti i nostri cari defunti che attendono in Purgatorio, nella speranza di entrare in Paradiso. Insegniamo ai nostri giovani a pregare per loro, a sentirli vivi e vicini con amore e dedizione, come lo sono stati in vita. Aiutiamoli a vederli come guide nel cammino che conduce anche noi al Paradiso: perché è lì che tutti vogliamo andare, perché è quella la nostra Casa, dove saremo nella pace e nella beatitudine per sempre, perché saremo per sempre con Dio che ci è Papà e con Maria SS.ma che ci è Mamma. Questa è la verità dell’aldilà: non quella che ci insegna Halloween.